
21 Dic Climate change: a che punto sono le politiche europee?
di Rosario Sapienza
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha presentato in autunno il suo rapporto 2020 sull’andamento della politica di riduzione delle emissioni di gas serra, dal titolo Trends and Projections in Europe 2020, che presenta i risultati raggiunti nel 2019, risultati assai positivi anche se differenziati nei vari Paesi membri.
L’Unione Europea si impegna dal 1990 per contrastare i cambiamenti climatici, adottando politiche per la riduzione delle emissioni di gas-serra e l’aumento dell’efficienza dei consumi energetici.
Dopo l’adesione al protocollo di Kyoto, sono stati stabiliti gli obiettivi di riduzione delle emissioni per gli Stati membri, mentre nuovo slancio alle politiche di riduzione è venuto dalla comunicazione della Commissione sul Green Deal europeo, del dicembre 2019, che ha individuato nuove strategie per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Il rapporto evidenzia però che gli obiettivi del contenimento del fabbisogno energetico sono stati raggiunti solo da nove Stati membri (tra i quali l’Italia) mentre gli altri diciotto devono ancora lavorare per il raggiungimento dei propri target.
Si stima comunque che tra gli effetti della pandemia da COVID 19 ci sarà nel 2020 quello di favorire un ulteriore decremento delle emissioni, anche se temporaneo, dato che la ripresa delle attività economiche e della mobilità potrebbe portare a un ulteriore innalzamento dei valori.
Certo se questi dati sono, complessivamente considerati, incoraggianti, gli obiettivi previsti per il 2030 e il 2050 sono ancora lontani.
Obiettivi chiave per il 2030, lo ricordiamo, sono una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), una quota almeno del 32% di energie rinnovabili e un miglioramento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica.
Va pure ricordato che, nell’ambito del Green Deal europeo nello scorso mese di settembre la Commissione ha avanzato la proposta di elevazione dell’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra per 2030 ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, impegnandosi a presentare le proposte legislative necessarie entro giugno 2021.
Un cammino impegnativo che l’Unione deve percorrere nell’interesse di tutti, cittadini e non, e sul quale dovremmo ritrovare di nuovo gli Stati Uniti, dato che il presidente eletto Joe Biden ha nominato l’ex segretario di Stato John Kerry come suo inviato speciale per la lotta ai cambiamenti climatici.
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