
21 Dic L’alta Velocità che serve alla Sicilia
di Francesco Russo
Uno degli obiettivi del PNRR, concordato tra l’Italia e l’Europa, è quello di colmare il ritardo di sviluppo di alcune Regioni: la Sicilia è in ritardo di sviluppo. Il PNRR traduce l’obiettivo generale in obiettivi specifici, tra questi l’Alta Velocità al Sud, affermando: “Gli interventi sulla rete ad Alta Velocità previsti nel Sud permetteranno di ridurre i tempi di percorrenza. Saranno realizzate le tratte intermedie del progetto Palermo-Catania-Messina, al completamento del quale si otterrà una riduzione del tempo di percorrenza di oltre 60 minuti sulla tratta Palermo-Catania rispetto alle attuali 3 ore.”
A partire dal PNRR, le Ferrovie dello Stato hanno predisposto il Piano 2022, che afferma: “Il nuovo collegamento Palermo-Catania permetterà di ridurre, a regime, i tempi di percorrenza attuali di circa 60’, collegando le due città metropolitane in 2 ore, rispetto alle 3 h attuali.”
RFI, visto il Piano, indice una gara per la progettazione e la esecuzione di un lotto funzionale della Palermo-Catania. Nel comunicato dell’8 Novembre si legge: “La gara ha un valore di circa 1,7 miliardi di euro, di cui 470 milioni finanziati con i fondi del PNRR. Gli interventi consistono nella realizzazione di 47 chilometri di nuovo tracciato in variante rispetto alla linea attuale.”
Tutto bene dunque? No, per niente.
È necessario aggiungere qualche elemento per chiarire che cosa sta succedendo in Sicilia.
Uno: La distanza ferroviaria tra Catania e Palermo con la linea attuale è 240 chilometri.
Due: Quando si realizza una linea di Alta Velocità la lunghezza si riduce di circa il 15%, si potrebbe arrivare a 210 chilometri.
Tre: La distanza tra Roma Termini e Napoli-Afragola, lungo la linea ad Alta Velocità, è di 210 chilometri e il treno impiega 55 minuti.
Quattro: Se sulla futura Catania-Palermo il treno potesse camminare con la stessa velocità che ha sulla Roma-Napoli, il tempo varierebbe da 55 minuti a 62 minuti, per semplificare diciamo 1 ora.
Confrontando l’ora che si potrebbe facilmente avere, con le due ore previste da PNRR e Ferrovie, si vede chiaramente che la Catania-Palermo avrà un tempo doppio rispetto a quello che si potrebbe avere con un’Alta Velocità come la Roma-Napoli. Cioè si avrà una Mezza Alta Velocità.
La domanda immediata è: dato che ancora si deve fare la progettazione, perché non si fa con le caratteristiche della Roma Napoli, in modo da collegare Catania e Palermo in 1 ora? Questa è la domanda semplice che il Presidente Schifani deve fare al Ministro Salvini.
Siamo ancora ampiamente in tempo per fare una vera Alta Velocità e non una Mezza.
La domanda al Ministro Salvini, diviene ancora più semplice leggendo nel comunicato di RFI, che il lotto funzionale, che ancora deve essere progettato, sarà realizzato tutto su nuovo tracciato. E allora perché, dato che si sta ipotizzando un nuovo tracciato, non si può fare con caratteristiche di Alta Velocità come la Roma-Napoli? Considerando che l’incremento di costo sarebbe modesto. Si è fatta una valutazione comparativa tra le due possibilità?
Realizzare il collegamento tra Catania e Palermo in un’ora sarebbe una spinta formidabile per lo sviluppo sostenibile della Sicilia. Dal punto di vista sociale si garantirebbe la massima accessibilità a tutte le città siciliane; dal punto di vista economico si produrrebbe un deciso incremento del PIL siciliano; dal punto di vista ambientale si ridurrebbe sia la produzione di CO2 dovuta alle auto che il numero di incidenti stradali.
Senza Alta Velocità la Sicilia sarà inchiodata al passato per i prossimi cento anni.
Mentre il Paese è sempre più coinvolto nelle grandi dinamiche europee e mondiali, la Sicilia viene abbandonata alla marginalità.
Il Governo nazionale, i ministri interessati, i ministri e i sottosegretari siciliani dovrebbero rispondere a queste domande per il domani della Sicilia.
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