
14 Mag Oltre il lockdown, per tentativi ed errori
di Alessandro Maran
Si procede per «tentativi ed errori», dappertutto. Ecco come Max Fisher sul New York Times descrive i tentativi di rimuovere i lockdown in mezzo a moltissime incognite.
Sulla base della teoria (non dimostrata) che i ragazzi trasmettano di meno il virus, scrive Fisher, paesi come la Danimarca e la Germania riaprono le scuole, «assumendo un rischio calcolato sulla base dell’indicazione che i bambini potrebbero essere relativamente sicuri, imponendo quantunque restrizioni nel caso non lo siano».
Senza sapere quanta attenzione civica aspettarsi, «il governo della Corea del Sud sta scommettendo sul fatto che i cittadini osservino volontariamente una litania di linee guida in merito alle interazioni quotidiane, come inchinarsi invece di abbracciarsi ai funerali». Non sappiamo se, o in che misura, stare all’aperto limiti la diffusione del virus, ma «la Lituania, sul presupposto che sia così, sta chiudendo le strade della capitale per permettere ai ristoranti e ai bar di aprire servizi solo all’aperto».
Tutto questo conduce ad una sorta di esperimento di massa, scrive Fisher, che è difficile da giudicare, dato che i paesi adottano e revocano molteplici restrizioni allo stesso tempo, rendendo difficile capire quali cambiamenti nelle politiche stiano producendo effetti concreti e di che tipo.
E poi ci sono le preoccupazioni etiche.
Come ha scritto recentemente Judit Sándor, giurista ed esperta di bioetica, su Project Syndicate, il Covid-19 è diventato un esperimento di filosofia etica su larga scala.
Il «problema del carrello ferroviario», o «dilemma del carrello», è, infatti, un ben noto dilemma etico. In sostanza, la persona nei pressi del deviatoio si trova di fronte un’alternativa che comporta due sole opzioni: lasciare che il tram prosegua dritto la sua corsa, uccidendo cinque persone, oppure azionare lo scambio e ucciderne una sola.
Ed ora i governi di tutto il mondo si trovano a valutare, per esempio, quante vite valga un’economia. Fisher scrive sul NY Times che i paesi sono costretti a riflettere su compromessi etici ambivalenti, ponderando il costo del rischio Covid-19 contro benefici difficili da misurare (come il valore dell’educazione dei bambini o la gioia a livello di società suscitata dall’arte e dagli eventi sportivi) per i quali non esistono formule semplici (👉https://www.project-syndicate.org/…/bioethics-principles-fo…).
Nessun commento