Oltre il lockdown, per tentativi ed errori - Fondazione PER
17226
post-template-default,single,single-post,postid-17226,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-2.0.5,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,columns-4,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-21.0,qode-theme-bridge,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-6.0.5,vc_responsive

Oltre il lockdown, per tentativi ed errori

di Alessandro Maran

 

Si procede per «tentativi ed errori», dappertutto. Ecco come Max Fisher sul New York Times descrive i tentativi di rimuovere i lockdown in mezzo a moltissime incognite.

Sulla base della teoria (non dimostrata) che i ragazzi trasmettano di meno il virus, scrive Fisher, paesi come la Danimarca e la Germania riaprono le scuole, «assumendo un rischio calcolato sulla base dell’indicazione che i bambini potrebbero essere relativamente sicuri, imponendo quantunque restrizioni nel caso non lo siano».

Senza sapere quanta attenzione civica aspettarsi, «il governo della Corea del Sud sta scommettendo sul fatto che i cittadini osservino volontariamente una litania di linee guida in merito alle interazioni quotidiane, come inchinarsi invece di abbracciarsi ai funerali». Non sappiamo se, o in che misura, stare all’aperto limiti la diffusione del virus, ma «la Lituania, sul presupposto che sia così, sta chiudendo le strade della capitale per permettere ai ristoranti e ai bar di aprire servizi solo all’aperto».

Tutto questo conduce ad una sorta di esperimento di massa, scrive Fisher, che è difficile da giudicare, dato che i paesi adottano e revocano molteplici restrizioni allo stesso tempo, rendendo difficile capire quali cambiamenti nelle politiche stiano producendo effetti concreti e di che tipo. 

E poi ci sono le preoccupazioni etiche.

Come ha scritto recentemente Judit Sándor, giurista ed esperta di bioetica, su Project Syndicate, il Covid-19 è diventato un esperimento di filosofia etica su larga scala.

Il «problema del carrello ferroviario», o «dilemma del carrello», è, infatti, un ben noto dilemma etico. In sostanza, la persona nei pressi del deviatoio si trova di fronte un’alternativa che comporta due sole opzioni: lasciare che il tram prosegua dritto la sua corsa, uccidendo cinque persone, oppure azionare lo scambio e ucciderne una sola.

Ed ora i governi di tutto il mondo si trovano a valutare, per esempio, quante vite valga un’economia. Fisher scrive sul NY Times che i paesi sono costretti a riflettere su compromessi etici ambivalenti, ponderando il costo del rischio Covid-19 contro benefici difficili da misurare (come il valore dell’educazione dei bambini o la gioia a livello di società suscitata dall’arte e dagli eventi sportivi) per i quali non esistono formule semplici (👉https://www.project-syndicate.org/…/bioethics-principles-fo…).

Alessandro Maran
maran@perfondazione.eu

Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.

Nessun commento

Rispondi con un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.