A 50 anni da "Teoria della Giustizia". Il senso di John Rawls - e di Salvatore Veca - per il liberalsocialismo italiano - Fondazione PER
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A 50 anni da “Teoria della Giustizia”. Il senso di John Rawls – e di Salvatore Veca – per il liberalsocialismo italiano

QUADERNO N°8 – 2021

Fondazione PER presenta il quaderno dal titolo
“A 50 anni da “Teoria della Giustizia”. Il senso di John Rawls – e di Salvatore Veca – per il liberalsocialismo italiano”

John Rawls, il grande filosofo della politica americano, di cui si celebra nel 2021 il centenario della nascita – e il cinquantenario della sua opera principale: “Teoria della Giustizia” – ha lasciato un’eredità enorme.

Non soltanto capace di influenzare una serie di intellettuali – da Norberto Bobbio a Jürgen Habermas – ma usato da molti politici di orientamento democratico e progressista in America, in Europa e in Italia. I libri importanti di Rawls sono tre: Una teoria della giustizia del ’71, Liberalismo politico del ’93 e Il diritto dei popoli del ’99. Opere che rappresentano tre fasi di evoluzione dello stesso tema, quello della giustizia sociale.

Nel nostro paese è certamente Salvatore Veca il suo principale ‘traduttore’: «Mi imbattei nel capolavoro di Rawls mentre lavoravo al Saggio sul programma scientifico di Marx , uscito nel ’77 dal Saggiatore, dove sostenni una tesi scandalosa per la sinistra dell’epoca: che il filosofo tedesco era da considerare un classico. E basta. Avvertivo la necessità di un altro punto di riferimento e lo trovai in Rawls. A metà degli anni Settanta non era facile lavorare nella prospettiva minoritaria di una sinistra liberale e riformista. E se l’attuale centrosinistra ha imparato a riconoscere che le libertà individuali sono una priorità e a parlare di eguaglianza delle opportunità e non dei risultati lo deve in gran parte alla lezione del filosofo americano». Salvatore Veca, per una strano caso del destino, è scomparso da poco, proprio nell’anno del centenario di John Rawls.

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