Recovery Plan, vi anticipo la prossima “fake new” dei sovranisti nostrani… - Fondazione PER
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Recovery Plan, vi anticipo la prossima “fake new” dei sovranisti nostrani…

di Caterina Avanza

 

Già per cominciare permettetemi di sfatare un primo mito.

L’Italia versa all’Europa circa 14 miliardi all’anno e ne riceve in ritorno circa 11,5 sotto forma di fondi europei. Quindi i soldi che l’Italia matematicamente dà all’Europa sono 2,5 miliardi di euro all’anno (senza contare i vantaggi che rappresenta il mercato comune per un’economia esportatrice come la nostra, ma tralasciamo). Quindi se moltiplichiamo 2,5 miliardi per 63 anni (1957, anno del Trattato di Roma), arriviamo a 157 miliardi circa in più di mezzo secolo. Il Recovery Plan per l’Italia sono 172 miliardi di cui 80 a fondo perduto. E il progetto non è di darli in 63 anni ma di darli il più velocemente possibile per ripartire l’economia.

Comunque, visto che non hanno trovato null’altro da dire, vi anticipo quale sarà la prossima balla.

L’estrema destra e anche una fetta della destra francese che di repubblicano ha ormai ben poco hanno già cominciato a martellare sui social e in televisione che “il Recovery Plan presentato dalla Commissione europea non è altro che un salto in avanti federale che porterà ad un aumento delle tasse per i francesi”.

 

Traduzione: Thierry Breton, eletto da tutti i partiti francesi tranne il RN, ci sta preparando l’austerità, e una TASSA EUROPEA. Ci opponiamo a questo salto in avanti federalista!

Tutti gli specialisti di comunicazione digitale vi spiegano che una notizia falsa, per essere efficace e diventare virale, deve avere una parte veritiera e plausibile e una parte estremamente inquietante, non importa se falsa, questo genera click e condivisioni.

Direi che qui ci siamo in pieno!

Il Recovery Plan è in effetti un grande salto in avanti a livello di integrazione europea. Il piano da 750 miliardi, presentato dalla Commissione e battezzato Next Generation UE prevede che la Commissione si indebiti, cioè prenda in prestito sui mercati con ranking AAA+ quindi a tassi molto bassi per redistribuire i fondi agli Stati membri sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto per 500 miliardi e di prestiti per 250 miliardi. I prestiti saranno da rimborsare entro 2027 e 2058 in funzione della parte del PIL che lo Stato membro rappresenta all’interno dell’Unione.

Nella proposta della Commissioni ci sono due grandi novità (tabù fino ad oggi): la messa in comune del debito per gli investimenti necessari al rilancio dell’economia europea et il concetto di sovvenzioni a fondo perduto. Insomma l’Europa c’è ed è solidale. Adesso starà ai Capi di Stato e di Governo il 19 giugno di essere all’altezza della situazione, per non dire della Storia.

A cosa si appigliano i sovranisti per dire che ci sarà una nuova tassa europea? Ad una proposta molto interessante della Commissione ma alquanto complessa da capire.

Per fare in modo che gli Stati non debbano aumentare la loro contribuzione al budget europeo (che fa da garanzia ai capitali presi in prestito dalla Commissione) Ursula Von der Layen propone di alzare il tetto delle risorse proprie dell’Unione dall’1,2% di oggi al 2% del PIB UE.

Che cosa sono le risorse proprie? Sono fondi che vanno direttamente nel budget dell’UE senza passare attraverso gli Stati membri.

Visto che l’Unione europea ha oggi il più grande mercato al mondo composto da 550 milioni di consumatori ha il coltello dalla parte del manico perché nessuna multinazionale può rinunciare al mercato unico. Ecco perché la Commissione propone, come risorse proprie, di fissare una tassa carbonio alle sue frontiere imporre una tassa ai GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Alibabuy, Microsoft) e imporre una tassa sulla plastica non riciclata.

La proposta della Commissione dice, in sintesi, che il conto lo devono pagare le multinazionali che fanno “ottimizzazione fiscale”, chi produce prodotti che non rispettano i nostri standard ambientali e che in generale chi inquina deve pagare!

Quindi si, si tratta di tasse, ma NO, non si tratta di farle pagare ai francesi o agli italiani.

Per che la proposta della Commissione vada in porto, serve l’unanimità al Consiglio europeo (quindi tutti i Capi di Stato e di Governo) e anche l’approvazione dei Parlamenti nazionali.

Allora ecco che i sovranisti cominciano già a mettere le mani avanti cominciando a sparare balle a raffica, cosi che tutti saranno per antonomasia contro la proposta della Commissione se mai dovesse atterrare alla Camera e al Senato.

L’importante è ottenere like, dell’Italia e del suo benessere, chissenefrega…

Caterina Avanza
avanza@perfondazione.eu

Consigliera politica al Parlamento europeo per En Marche, il movimento del presidente francese Emmanuel Macron. Laureata in Scienze politiche all’Università di Bologna, quindi master in Affari europei alla Sorbona. Sempre per En Marche è stata coordinatrice della campagna delle europee. Consulente presso importanti istituti di sondaggi fra cui l’IFOP – Istituto Francese di Opinione e Politica.

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