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Se un quartiere di Atlanta vuole fare la secessione

di Francesco Gastaldi

 

Il Foglio per la penna di Paola Peduzzi ha lanciato l’allarme, non solo regioni, città o parti di territori nazionali, ma perfino i quartieri chiedono la secessione. Buckhead è il quartiere più ricco e più bianco di Atlanta, dove i temi della sicurezza urbana sono sempre più dirimenti. Non è la prima volta che questa parte della città della Georgia tenta la via dell’indipendenza, ma questa volta la questione sembra più seria perché in questa nuova America la convivenza è una questione sempre più complessa. Secondo l’articolo “durante la pandemia i casi di violenza, spesso con armi da fuoco, sono cresciuti in molte città americane e gli esperti continuano a pubblicare analisi per provare a spiegarne le ragioni, senza trovarne una specifica, se non una perenne insofferenza, un impoverimento che aumenta le differenze sociali. Naturalmente questa preoccupazione sulla sicurezza si incrocia con il dibattito nazionale che riguarda la riforma della polizia, con l’evidente paradosso che implica il radicalismo di “abolish the police” nel momento in cui la richiesta di sicurezza si fa più pressante”.

Grattacieli, appartamenti sontuosi, ville eleganti, centri commerciali di superlusso caratterizzano Buckhead, quartiere di Atlanta, anche conosciuta come Beverly Hills del Sud. È la parte più ricca della città della Georgia di circa 78 mila abitanti e con un reddito annuo medio pari a 300 mila dollari. Il Buckhead Exploratory Committee chiede, attraverso un referendum, di ripristinare l’indipendenza di Buckhead come era circa settant’anni fa quando, prima del 1952, questa zona era un comune indipendente. Questo comitato cittadino sta sondando il terreno per capire quanti cittadini sarebbero favorevoli alla secessione dal momento che questa sembrerebbe essere una soluzione ai problemi di convivenza che stanno diventando sempre più difficili. Buckhead tenta nuovamente a chiedere l’indipendenza, ancor più deciso delle volte precedenti, poiché nel frattempo si è trasformata non soltanto Atlanta, ma anche la Georgia e l’America tutta, piegando ogni forma di affermazione comunitaria ad una nuova accezione.

Secondo l’articolo di Paola Peduzzi per Il Foglio la prima ragione che muove i sostenitori dell’indipendenza del quartiere è la sicurezza: “Una signora, Beth Weaver, ha raccontato al Washington Post di essersi trasferita da poco a Buckhead e di aver pensato poco dopo: ho fatto uno sbaglio a venire qui. Una sera si è affacciata dal balcone e ha visto il fucile del ladro che stava cercando di rubarle l’automobile. Qualche settimana dopo, ha trovato il camioncino della sua famiglia con i finestrini spaccati.  La criminalità è in continuo aumento, e questo non riguarda soltanto Buckhead né soltanto Atlanta”

La popolazione afroamericana di Atlanta ha superato il 50% del totale, ma Buckhead si può definire un’enclave bianca nella città dato che più dell’80% dei suoi abitanti è bianco. L’idea di secessione e di indipendenza sembra ricordare in parte anche gli scontri razziali e la segregazione registrati durante il secolo scorso proprio in questo continente. Aggrava ancor più la questione se alla base di questa voglia di autonomia c’è il fattore ricchezza, facendo mutare così le lotte di razza in lotte di classe. Infatti, nonostante il quartiere di Buckhead rappresenti solamente poco meno del 20% degli abitanti della città di Atlanta, contribuisce al 47% delle tasse sulla proprietà e al 38% del totale delle entrate. E quindi se davvero ottenesse la sua autonomia, la città americana diventerebbe ancora più afroamericana, ma anche più povera. Keisha Lance Bottoms, sindaco della città ha affermato di essere alquanto contraria all’idea stessa di secessione, un po’ per l’economia stessa di Atlanta e un po’ perché il caso Buckhead affermerebbe la vittoria della disgregazione, l’incapacità di convivere, in un paese che cerca una sua nuova unità, ma non la trova.

Francesco Gastaldi
gastaldi@per.it

Francesco Gastaldi (1969) è Professore associato di urbanistica presso l’Università Iuav di Venezia. È stato ricercatore presso la stessa università nel periodo 2007-2014. Laureato in architettura presso l’Università degli Studi di Genova, ha conseguito il dottorato di ricerca in pianificazione territoriale e sviluppo locale presso il Politecnico di Torino. Svolge attività di ricerca su temi riguardanti le politiche di sviluppo locale, la gestione urbana, le vicende urbanistiche della città di Genova dal dopoguerra ad oggi. Partecipa a ricerche MIUR e di ateneo, ricerche e consulenze per soggetti pubblici e privati.

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