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Trump non parteciperà al Biden Day

di Vittorio Ferla

 

“A tutti coloro che l’hanno chiesto, non andrò all’inaugurazione del 20 gennaio”. Così twitta Trump ieri, dopo la riapertura del profilo che Twitter aveva bloccato per alcune ore. Sarà il primo presidente uscente a saltare l’inaugurazione del suo sostituto in oltre 150 anni. Bisogna tornare indietro a due secoli fa per trovare tre presidenti uscenti – John Adams nel 1801, John Quincy Adams nel 1829 e Andrew Johnson nel 1869 – che si sono rifiutati di partecipare alle inaugurazioni dei loro successori. 

Molti avevano da tempo ipotizzato questo ultimo sfregio costituzionale. Una presa di posizione che smentisce anche l’apparente pacificazione emersa dall’ultimo video diffuso giovedì sera. I membri dello staff erano riusciti a convincere il presidente a registrare un messaggio che, almeno parzialmente, prendeva atto degli eventi.

“Una nuova amministrazione sarà inaugurata il 20 gennaio”, ammette infatti per la prima volta Trump nel video registrato alla Casa Bianca. “Il mio obiettivo ora è quello di garantire una transizione di potere regolare, ordinata e senza interruzioni”. Sembra un cambio di rotta rispetto al comizio che ha infiammato la manifestazione dei suoi militanti contro Capitol Hill e al video che chiedeva ai suoi di lasciare il palazzo mentre diceva: “Vi voglio bene. Siete davvero speciali”. Secondo un consigliere anonimo della Casa Bianca Trump avrebbe registrato il video solo perché la sua presidenza è minacciata da una valanga di dimissioni e dalla promessa di impeachment da parte dei democratici. Nel video, Trump parla di “guarigione e riconciliazione” e mostra un atteggiamento più sobrio, anche quando ammette che il suo tempo come presidente si sta avvicinando alla fine: “Servire come vostro presidente è stato l’onore della mia vita”. Poi si rivolge ai suoi “meravigliosi” sostenitori: “So che siete delusi. Ma voglio anche che sappiate che il nostro incredibile viaggio è solo all’inizio”.

Nel frattempo i democratici sono preoccupati e affilano le armi. “Questa mattina, ho parlato con il presidente del Joint Chiefs of Staff Mark Milley per discutere le precauzioni utili per impedire a un presidente instabile di avviare ostilità militari o accedere ai codici di lancio e ordinare un attacco nucleare”, ha scritto Nancy Pelosi, la speaker dem della Camera dei Rappresentanti. “Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il popolo americano dal suo assalto squilibrato al nostro paese e alla nostra democrazia”. Pelosi lavora anche al secondo impeachment. È sicura che questa volta il consenso sarà molto più ampio: avrebbero firmato la richiesta già 131 rappresentanti. Ma è già chiaro che Biden non li seguirà su questo punto. Il presidente eletto ha bisogno di raffreddare gli animi della nazione e cerca la riconciliazione. Per farlo, dovrà fare affidamento alla parte ‘buona’ del messaggio video di Trump.

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Vittorio Ferla
vittorinoferla@gmail.com

Giornalista, direttore di Libertà Eguale e della Fondazione PER. Collaboratore de ‘Linkiesta’ e de 'Il Riformista', si è occupato di comunicazione e media relations presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio. Direttore responsabile di Labsus, è stato componente della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva dal 2000 al 2016 e, precedentemente, vicepresidente nazionale della Fuci. Ha collaborato con Cristiano sociali news, L’Unità, Il Sole 24 Ore, Europa, Critica Liberale e Democratica. Ha curato il volume “Riformisti. L’Italia che cambia e la nuova sovranità dell’Europa” (Rubbettino 2018).

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